Il fulmine Max
di Alessandro Ciccone
 

Massimiliano Gialdi è un'icona del movimento master dove da tempo è protagonista nelle gare veloci «Che soddisfazione quando posso dire ai giovani che sono stati battuti da un “nonnetto” di 40 e passa anni»

Il suo nome è una presenza costante nelle classifiche dei 50 e 100 stile libero: Massimiliano Gialdi, neo M45 del bergamo Swim team, è un “decano” tra i master, con una grande esperienza.

 

Sono ormai molti anni che gareggia ad alti livelli con dei tempi invidiabili nelle sue specialità. Estremamente competitivo, vuole sempre mettere la mano davanti a tutti, ma allo stesso tempo gli piace passare le giornate di gare con amici e compagni di squadra, dimostrando così di saper apprezzare anche l’altro lato del nuoto master. Le sue gare preferite sono una combinazione di velocità, reattività, lucidità mentale e ovviamente spettacolo per chi le guarda da fuori.
Come si è avvicinato al nuoto?
«Ho iniziato all’età di sei anni. In realtà il mio primo sport è stato il tennis, ma al momento della visita medica di idoneità mi è stata riscontrata una scoliosi, per cui su consiglio del medico ho iniziato a nuotare. Dopo alcune lezioni sono passato al pre-agonismo da esordiente C, successivamente ho iniziato con l’agonismo vero e proprio. La mia prima squadra è stata il Nuoto Club Ponte San Pietro, poi diventata Nuotatori Orobici, con la quale ho continuato fino all’età di vent’anni». Come ha scoperto le gare master? «Dopo cinque/sei anni di pausa dal nuoto ho scoperto il mondo master grazie ad amici. Ho ricominciato a gareggiare continuando per quasi vent’anni fino ad oggi».
Sono ormai molti anni che disputa le gare master. Come ha visto evolversi questo "mondo"?
«Quando ho iniziato con le gare master era un ambiente sicuramente diverso, soprattutto dal punto di vista dei risultati. In questi ultimi tempi hanno ricominciato molti miei amici dell’agonismo e in generale il livello cronometrico si è alzato moltissimo. Per fare un esempio, qualche anno fa nel Trofeo di Desenzano vincevo i 100 stile in 54”5, gli ultimi anni ho fatto segnare 52” senza neanche arrivare tra i primi. Quindi c’è stata una grande evoluzione sia a livello numerico di partecipanti che a livello prefazionale».
In questa stagione che sta per cominciare diventerà M45.
Quali sono i suoi principali obiettivi? «A settembre ci saranno gli Europei in Olanda, ma per me è molto difficile preparare una gara allenandomi per tutto il mese di agosto. Quindi ho deciso di saltarli e chiuderò la stagione con i Campionati Italiani a fne giugno. Essendo al primo anno di categoria punto al record mondiale dei 50 stile, sia in corta che in lunga. Invece il record dei 100 è più proibitivo, ma tanto vale provarci...».
E’ soddisfatto dei risultati dei Mondiali?

«Sono più che soddisfatto, anche se dal punto di vista cronometrico mi sarei aspettato qualcosa di meglio. E’ comunque arrivata una bellissima doppietta nei 50 e 100 stile, cosa che in un Mondiale non mi era mai riuscita. Del resto, nei grandi eventi le medaglie sono preziosissime».

Nelle sue gare quanto contano le energie mentali e il saper gestire la pressione?
«Contano tantissimo: in una gara veloce basta sbagliare un dettaglio per comprometterla. Un tuffo sbagliato, una virata imperfetta sono tutti centesimi persi. Ai Mondiali ho vinto i 50 per 3 centesimi e i 100 per 14, a sottolineare l’importanza di ogni singolo dettaglio in gara. Per quanto riguarda la pressione, nonostante i tanti anni di agonismo e di nuoto master, quando arriva il momento di una gara importante la soffro sempre. Cerco comunque di sopportarla, sicuramente a tante aspettative corrisponde altrettanta pressione. Ai Mondiali ho vissuto tre giorni, nei quali erano concentrate le mie gare, molto intensi: ero teso come una corda di violino».
Nelle manifestazioni master si incontrano sempre più spesso degli atleti giovani molto forti, ad esempio degli Under 25 che hanno chiuso da poco con l'agonismo. Quando li ritrova al suo fianco in batteria, cerca un confronto con loro o pensa solo alla sua gara? «Il confronto con loro va benissimo, visto che mi danno molti stimoli. Personalmente odio perdere con avversari sia giovani che meno giovani, ma c’è da dire che la competizione inizia solo una volta saliti sul blocco. Avversari in gara, ma amici fuori. Parlando in generale, secondo me ognuno dovrebbe essere libero di fare ciò che vuole: ad esempio non sono mai stato d’accordo con la vecchia regola dell’anno di stop forzato per gli ex-agonisti che volevano fare i master. Anzi, i master, soprattutto i più giovani, potrebbero disputare le gare degli agonisti, se hanno dei tempi adeguati. Se per ipotesi un atleta master ha il tempo limite per partecipare agli Italiani Assoluti, perché non dovrebbe farlo? Tornando alla domanda, ben vengano i giovani, è bello dirgli di essere stati battuti da un “nonnetto” di 40 e passa anni...».

Quanto tempo dedica ad alcuni elementi fondamentali come le partenze, le virate o gli arrivi?
«A questi dettagli, che possono valere dei centesimi fondamentali in gara, dedico molta attenzione. La mia settimana ideale consisterebbe in cinque allenamenti, divisi equamente tra quelli a secco, palestra e stretching, e quelli in acqua. Purtroppo a causa degli impegni di lavoro non riesco quasi mai a fare cinque sedute, molto spesso arrivo a quattro allenamenti».
Quanto influisce la palestra nella preparazione delle sue gare? «La palestra, soprattutto per i 50 stile, è fondamentale. Ogni seduta dura all’incirca un’ora e mezza. All’inizio di stagione c’è un lavoro di poco carico ma con serie molto lunghe, quasi una “resistenza allo sforzo”. Dopo il primo mese, si fanno lavori sempre più di qualità, di forza esplosiva: in pratica esercizi specifici per i 50 stile libero. Invece per i 100 ha una notevole importanza anche l’allenamento in acqua. Per quanto mi riguarda, il lavoro principale è impostato sui 50, i 100 sono una cosa in più. Infatti nelle mie gare passo sempre veloce e riesco a reggere fino agli 80 metri, dopodichè ci si appella a tutto pur di finire nel modo migliore possibile». Oltre alla velocità nello stile libero ci sono altre distanze che le interessano?
«Mi divertono molto i 50 delfino e i 50 rana: non li preparo in allenamento, ma mi riescono bene grazie alla velocità di base che ho sviluppato nello stile libero. Quando non ho voglia di fare le solite gare, provo queste per cambiare un po’ e per lanciare delle sfide divertenti ad amici/avversari».

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